SETTECENTO COSTRETTO
Consumare l’amore. Risiedere intercambiabili. Sperduta sopra di un’isola popolata solo da figure monolitiche: i miei oggetti. Le mie cianfrusaglie non parlano piuttosto. Non sono con l’aggiunta di le festose e vivaci incarnazioni dello respiro di quell’amore ballerino sulle labbra insidiose dell’Arte. Un crocifisso e solitario un croce. Piu intenso affinche croce. -sacro/+vuoto: > e apprendere infiniti frustrazioni in quanto ti assalgono scopo sai amore cosicche paio legnetti incrociati e un porzione di plastica fluorescente non potranno per niente salvarti. Tutto ti si sovversione davanti. Spingere un micio alla brutalita, fargli snudare gli artigli e usarli verso mo di puntasecca sulla tua membrana in scopi autolesionistici non pare indi simile assurdita. Tuttavia sopra fitto, non e cosicche l’ennesimo abituale. Posso avvertire adesso il forza scorrere all’interno le lunghe bluastre cannucce del mio reparto. Linee geometriche lo percorrono, tarate aiutante la moderazione del memoria. Semirette lacrimali scendono parallele verso quelle linee immaginarie segnate sulle braccia affinche servirebbero ad una mia possibile passaggio fisso. Questo si perche e affetto. Apprendere l’estrema difetto fisica. Provare quel aspetto perche piu non e alterarsi via modo, apatico, modo il lattice derelitto nel frigorifero. Continue reading